Tra quello che succede per strada e quello che succede nei magazzini, non serve ricorrere alle statistiche per sapere che nel trasporto e logistica gli infortuni sul lavoro sono molto frequenti (…per non dire quasi all’ordine del giorno).
Quello che è importante conoscere, è a chi la legge attribuisce la responsabilità.
Non tutti i datori di lavoro sono consapevoli di cosa realmente succede quando un dipendente rimane vittima di un infortunio e a quali conseguenze vanno incontro.
Spesso si pensa che una volta pagata l’ INAIL, sarà lei a gestire la cosa e rimborsare il dipendente che si è fatto male.
Peggio ancora è pensare che per te che eri non eri sul posto, che i corsi sulla sicurezza glieli ha fatti fare, che non puoi pensare a tutto tu, non ci sia nessuna responsabilità….
Ho una brutta notizia: il datore di lavoro è direttamente responsabile.
Sempre.
Partiamo da un esempio concreto e guarda cosa succede.
Ti invito a fare molta attenzione ai vari passaggi per vedere “la catena di trasmissione” di un infortunio sul lavoro.
Il 16 settembre 2020, un magazziniere urta in retromarcia con il carrello elevatore una serie di bancali “parcheggiati” da qualcuno sul passaggio. I colleghi chiamano immediatamente il 118 visto che il poveretto è rimasto incastrato tra il muletto e i bancali. La centrale operativa del 118, per prassi avverte la Polizia Locale dell’incidente e giunge su posto assieme all’ambulanza. Il dipendente viene portato il codice giallo in ospedale, mentre la Polizia Locale si ferma in Azienda a fare i rilevi del caso. Raccoglie i filmati della videosorveglianza, i contratti di lavoro e l’abilitazione alla conduzione di carrelli, fa rilievi fotografici e raccoglie dai presenti le dichiarazioni sull’avvenuto. Nel frattempo, il lavoratore viene ricoverato e sottoposto ad un delicato intervento chirurgico per fratture scomposte alla tibia, perone e caviglia. Sembra tutto a posto: la dinamica dell’incidente è confermata da tutti, il dipendente era regolarmente assunto, poteva manovrare i carrelli, indossava le scarpe antinfortunistiche e nel magazzino i segnali di pericolo sono a norma.
Nel 2021 l’INAIL ha risarcito il dipendente a seguito del danno riportato.
E’ finita qui???
NOOO
A seguito degli accertamenti effettuati dalla Polizia Locale, la notizia è stata trasmessa in Procura, ove il Pubblico Ministero, provvedeva ad iscrivere il nome del datore di lavoro nel registro degli indagati. Terminate le indagini preliminari, il datore di lavoro è stato imputato per lesioni colpose da infortunio nei confronti del lavoratore. All’udienza preliminare il lavoratore si è costituito parte civile per ottenere il risarcimento di tutti i danni patiti e patiendi.
Ti ricordo che l’INAIL è ora legittimato a costituirsi parte civile nel procedimento penale contro il datore di lavoro imputato per il reato di lesioni, per chiedere il rimborso delle prestazioni erogate all’infortunio in virtù del diritto di regresso riconosciuto dall’art. 10 del TU 1124 del 1965 nei confronti del datore di lavoro penalmente responsabile.
Cosa significa in questo caso?
Vuole dire che il datore di lavoro non solo dovrà risarcire di tasca sua tutti i danni subiti dal lavoratore ma subirà anche una condanna penale che, per il reato di lesioni colpose ex art. 590 comma 3 del codice penale, commessi in violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro la pena è della reclusione da un anno a tre anni.
Come hai potuto capire tu stesso, la storia di oggi è di quelle quotidiane, non c’è una concomitanza di eventi strani o improbabili.
Ovviamente sei libero di pensare che a te non succederà, che i tuoi dipendenti non sgarrano mai e che tu sai come metterci una toppa, oppure puoi visitare il sito www.metodocsibroker.it e lasciare per entrare in contatto con uno specialista col quale approfondire l’argomento.
Viaggia tranquillo!